L’energia idroelettrica è storicamente la regina tra le fonti rinnovabili e anche la più flessibile tra le energie pulite. Essa svolge un importante ruolo nel mix energetico mondiale: ricopre infatti il 16% della produzione di energia elettrica della Terra. A che punto siamo oggi in Italia?
Quali sono le origini del suo ruolo energetico?
La tecnologia idroelettrica è ormai collaudata e affidabile, grazie alla grande capacità di stoccaggio e a costi di esercizio e manutenzione molto bassi.
Le centrali idroelettriche ben gestite non solo rispondono alla domanda di energia, ma controllano i fenomeni di inondazione, regolano la rete irrigua, la navigazione fluviale e la fornitura di acqua dolce.
Ancora considerata la prima alternativa alle fonti non rinnovabili nel nostro Paese, fornisce circa il 15% dell’energia italiana. Una conferma, dato che in passato aveva ancora più importanza e costituiva l’asse dell’energia, nonostante non fossimo in possesso di particolari risorse tecniche per poterla sfruttare.
Come funziona oggi la produzione idroelettrica in Italia
L’azione di magazzino propria dei bacini fluviali continua a essere oggi molto preziosa: indispensabile per alzare il livello dell’acqua, in termini di massa e quota d’altezza. Dai bacini l’acqua “cade”da grandi altezze e viene trasportata a valle tramite i condotti con percorso obbligatorio, liberando energia cinetica. L’acqua che scorre ed esce dall’imboccatura dei tubi acquista velocità impattando con più violenza sulle pale di una o più turbine, responsabili della trasformazione in energia elettrica.
Le nuove tecnologie hanno consentito negli anni l’utilizzo e lo sfruttamento di masse e dislivelli maggiori che hanno garantito la generazione di quantità di energia elettrica molto superiori. E così, nei primi nove mesi del 2017 in Italia la domanda di energia idroelettrica è aumentata del 1,7% rispetto a un anno fa.