Una delle questioni più dibattute e anche poco discusse rispetto ai vantaggi dell’idroelettrico e al suo impatto sull’ambiente, riguarda la necessità di salvaguardare la flora e la fauna da eventuali rischi di estinzione o di danneggiamento.
Anzitutto, una specifica da fare a monte risiede nel fatto che l’impatto di una centrale idroelettrica, dipende da diversi fattori: lo stato di salute del fiume (ci sono ad esempio fiumi incontaminati), le sue dimensioni, la conformazione del territorio nel quale scorre (montuoso, pianeggiante).
La normativa europea
Tenendo conto dell’incidenza di tali fattori, l’Unione Europea ha giocato d’anticipo, emanando delle direttive che mirano alla conservazione degli habitat nei quali si innestano le centrali idroelettriche.
I punti fermi della legislazione in materia sono: la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat che più che rivolgersi ai singoli stati membri, puntano all’adozione di una politica d’insieme, all’interno di un quadro legislativo comune con l’intento primo di preservare e garantire lo stato di conservazione delle aree vulnerabili e maggiormente a rischio, indipendentemente dai confini politici.
Il raggiungimento di tali obiettivi viene perseguito attraverso l’adozione di due tipi di strategie: da un lato l’identificazione di una serie di siti per la preservazione delle specie e la protezione degli habitat che hanno dato vita a Rete Natura (che attualmente conta 27500 siti). La seconda strategia consiste nell’adozione di un regime di protezione delle specie animali a rischio che è di vitale importanza nei casi di centrali idroelettriche che sorgono al di fuori di Rete Natura e in particolare per disciplinare tutte le situazioni in cui l’area sia caratterizzata dalla presenza di uccelli migratori o pesci.
La normativa prevede che qualsiasi progetto che si basa sulla costruzione di una centrale idroelettrica sia sottoposto ad una valutazione di incidenza che serve per verificare l’impatto sul territorio tenendo presenti gli obiettivi di conservazione del sito.
Verso la via dell’integrazione
Considerando l’intersecarsi dei diversi interessi in campo, ovvero la tutela dell’ambiente, la necessità di rispettare la normativa comunitaria e in ultimo ma non per importanza il ricorso all’idroelettrico quale fonte principale di energia rinnovabile, l’unica soluzione è quella di dar voce a tutte queste istanze attraverso l’adozione di una politica integrata che permetta da un lato di aumentare la trasparenza delle procedure e adottare delle misure che permettano già in fase di pianificazione di prevenire conseguenze ambientali negative sia per le centrali idroelettriche di nuova costruzione che per quelle già esistenti.
Ad esempio, tra le alterazioni morfologiche addotte vi sono l’alterazione o la riduzione della continuità fluviale per la discesa e la risalita dei pesci a valle, assenza o riduzione dei flussi di acqua necessari per il ricircolo. Una soluzione nel primo caso può essere quella di inserire griglie o canali che consentano il passaggio dei pesci, mentre nel secondo si può intervenire aumentando la portata o la morfologia del fiume.
Alcuni esempi virtuosi
Un esempio di applicazione virtuosa dei principi guida della normativa europea è la diga di Kembs che devia l’acqua verso il Grand Canal d'Alsace su cui sorgono ben quattro centrali idroelettriche. Poiché queste coinvolgono stati diversi che adottano politiche differenti in materia di ambiente, questi hanno deciso di ideare una strategia comune piuttosto che puntare sulla ricerca di un rigoroso equilibrio tra l’impatto ambientale della centrale idroelettrica e la mitigazione delle conseguenze sulla morfologia del territorio.
Una delle misure che si è rivelata più efficace è l’erosione controllata, una strategia che utilizza la capacità naturale di erosione delle inondazioni per alimentare il fiume, nonché la creazione di un collegamento tra il Gran Canal e una zona umida che hanno dato come risultato un aumento della portata ecologica e la trasmigrazione delle specie di pesci presenti.
In conclusione, ciò che emerge analizzando la legislazione in materia è che non solo l’impatto in termini negativi sull’ambiente può essere mitigato ma che la presenza di una centrale idroelettrica se giustamente implementata può essere vantaggiosa per i microorganismi che popolano le acque, basta solo rispettarli.