Per raggiungere gli obiettivi fissati nel 2030 lo sviluppo del settore idroelettrico, tra le rinnovabili, ha un ruolo centrale.
L’idroelettrico che crea valore per il nostro Paese
Nel mese di maggio il settore idroelettrico ha registrato un aumento di produzione del 38,9% rispetto all’anno scorso. Ecco perché al fine di realizzare gli obiettivi fissati dall’UE entro il 2030 è necessario riqualificare almeno un terzo degli impianti esistenti, per migliorarne le prestazioni energetiche e stimolare gli investimenti.
Per fare ciò lo studio portato avanti da Althesys evidenzia la necessità di:
- introdurre alcune norme a sostegno dell’idroelettrico
- strumenti di supporto agli investimenti e alla redditività dell’impianto
- adeguamento della normativa nazionale di sicurezza all’evoluzione tecnologica
- realizzazione di un mercato dell’accumulo energetico per gli impianti a pompaggio
Oggi, l’idroelettrico italiano
Oggi l’energia idroelettrica copre il 16,5% dell’elettricità nazionale e il 42% di tutte le fonti rinnovabili. Conta 3.700 impianti, una potenza complessiva di 18,5 GW e una produzione normalizzata di circa 46 TWh/anno.
Il parco idroelettrico italiano ha bisogno oggi di un consistente rinnovo: solo il 42% è stato riqualificato (e la percentuale si riferisce agli impianti realizzati prima del 1960). Gli interventi applicabili possono interessare turbine, parti elettromeccaniche, la messa in pressione di canali e gallerie, la manutenzione di condotte forzate o la loro sostituzione con diametri maggiori.
Questo rinnovamento potrebbe raggiungere i 5.772 MW e i 3,4 TWh di produzione al 2030.