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Verso un rilancio del sistema idroelettrico

Verso un rilancio del sistema idroelettrico
15 Ottobre 2020

L’energia idroelettrica è una delle principali fonti d’energia che più contribuiscono allo sviluppo sostenibile del paese. Negli ultimi anni ha dimostrato buoni livelli di redditività, concretizzando le opportunità e il potenziale degli investimenti realizzati: tra i principali vantaggi vi sono la riduzione delle emissioni e il contributo alla transizione energetica verso la sostenibilità.

Nonostante il comune accordo sui vantaggi di questa fonte energetica, l’idroelettrico necessita di costante manutenzione e investimenti, e al momento l’intervento a sostegno del sistema e del suo ammodernamento sembra stia rallentando. Circa una decina di miliardi di euro sembrerebbero infatti bloccati, in attesa di un nuovo piano di rilancio che faccia un punto di chiarezza sulla situazione.

L’impasse del sistema è dovuto principalmente alla riforma del 2018 (DL Semplificazione, 135/2018), introdotta a fronte delle pressioni europee e che vede di competenza delle Regioni la gestione delle concessioni; oltre che al crescente fabbisogno di fondi necessari al mantenimento del sistema infrastrutturale idroelettrico.

Fondamentalmente, le soluzioni da ricercare per agevolare i processi d’investimento dovrebbero:

  • trovare un equilibrio tra tutte le parti in gioco
  • consentire un rapido accesso agli investimenti, tenendo in considerazione l’assetto competitivo a livello europeo
  • permettere una gestione efficace e bilanciata del sistema

Il piano di rilancio delle infrastrutture dovrà quindi risolvere alcune questioni fondamentali:

  • recuperare la capacità d’invaso originaria
  • realizzare nuovi impianti di pompaggio e ammodernare i sistemi già esistenti
  • recuperare le risorse produttive in abbandono
  • effettuare una manutenzione straordinaria delle condotte
  • introdurre la gestione digitale della produzione e del piano di manutenzione

Alcune ipotesi si muovono in direzione della sdemanializzazione, con la concessione alle Regioni delle seguenti facoltà: alienare le infrastrutture a un prezzo allineato al valore storico rivalutato, autorizzare alla derivazione della risorsa idrica e stabilirne le modalità di esercizio.

La sdemanializzazione supererebbe il tema delle gare di mercato, non lederebbe i poteri regionali e garantirebbe i principi di equità, visto l’ammortamento assicurato dai concessionari.

Invece di sconvolgere la legislazione attuale, si potrebbe optare anche per un’integrazione: una volta effettuata una ricognizione generale del settore, identificati esattamente gli interventi prioritari con i connessi investimenti e ottenuta l’autorizzazione, un piano organizzato sui precedenti punti aiuterebbe senz’altro al rilancio del sistema idroelettrico e al recupero della produttività causata dal rallentamento.

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